Riprendo questa email che ho ricevuto dal portale www.avaaz.org – movimento veramente STRAORDINARIO – e ve la condivido.
I nostri media accennano spesso alla crisi in Siria, lo fanno però senza evidenziare per quale motivo il processo di democratizzazione siriano non venga “supportato” dalla comunità internazionale. Il veto di Cina e Russia ad una risoluzione ONU contro la dittatura, permette che vengano uccise ancora migliaia di persone prima che il popolo siriano abbia la meglio su Assad. Eppure si inizia a intuire che, alla fine, dopo una lotta durissima, il popolo siriano vincerà e si libererà dalla dittatura. Allora perchè la comunità internazionale non interviene come ha fatto in altri stati? Quali sono le ragioni che spingono i nostri rappresentanti internazionali a usare due pesi e due misure?
Cina e Russia già opprimono in modo diabolico la maggiornaza dei loro stessi cittadini. A queste nazioni viene dato anche il potere di poter decidere di far morire migliaia di cittadini in altri stati, a causa dei loro veti. Ci vuole più coraggio da parte degli stati europei. Le azioni anti democratiche russo-cinesi vanno limitate, almeno fino a quando questi stati non si apriranno alla democrazia.
“Cari amici,
Questa mattina 4 giornalisti occidentali sono tornati a casa sani e salvi, mentre rimbombava ancora nelle loro orecchie l’orrore e l’eroismo di Baba Amr. Oltre 50 attivisti siriani, sostenuti da Avaaz, hanno messo in salvo loro e decine di civili feriti dall’armata siriana. Molti degli incredibili attivisti non sono sopravvissuti.
Abu Hanin è uno di questi eroi. Ha 26 anni, è un poeta, e ha guidato l’organizzazione dei cittadini reporter che Avaaz ha sostenuto per far sì che le voci dei siriani potessero essere ascoltate dal mondo intero. L’ultimo contatto con Abu Hanin è stato giovedì, mentre le truppe del regime raggiungevano il luogo dove si trovava. Ha letto il suo testamento al team di Avaaz a Beirut, e ci ha detto dove aveva sepolto i corpi dei due giornalisti occidentali rimasti uccisi nei bombardamenti. Da allora il suo quartiere di Baba Amr è un buco nero e ancora oggi non sappiamo che ne è stato di lui.
E’ facile farsi prendere dalla disperazione quando si guarda la Siria oggi, ma per onorare quelli che sono morti dobbiamo farci portatori della speranza in nome della quale sono morti. Quando Baba Amr è stata rapita dalle tenebre e si è diffusa la paura di un massacro, i siriani sono scesi in piazza in tutto il paese, ancora una volta, dando vita a una protesta pacifica che ha dimostrato un coraggio sconvolgente.
Il loro coraggio è per noi fonte d’ispirazione, il regalo del popolo siriano a tutti noi. Perché è con il loro spirito e il con coraggio contro la peggiore oscurità che il nostro mondo può offrire, che possiamo far nascere un nuovo mondo.
E in quel nuovo mondo il popolo siriano non è solo. Milioni di noi da ogni angolo del pianeta si sono messi dalla loro parte di volta in volta, sin dall’inizio della loro battaglia. Quasi 75.000 di noi hanno donato oltre 2 milioni di euro per finanziare i movimenti dal basso, equipaggiarli con strumentazioni tecnologiche avanzate per la comunicazione per aiutarli a raccontare la loro storia, e aiutato il team di Avaaz a far entrare clandestinamente 1,5 milioni di euro di attrezzature mediche quando nessun altro era in grado di farlo. Abbiamo intrapreso milioni di azioni online per fare pressione affinché il Consiglio di sicurezza dell’ONU e la Lega Araba intervenissero e perché molti paesi adottassero sanzioni, e consegnato quelle campagne online attraverso decine di sit-in, campagne mediatiche e incontri di alto livello con alcuni dei principali leader al mondo. Insieme abbiamo aiutato a vincere molte di queste battaglie, inclusa l’iniziativa storica della Lega Araba e le sanzioni europee sul petrolio siriano.
Il nostro team basato a Beirut ha anche offerto un centro per le comunicazioni per gli attivisti coraggiosi e preparati che dovevano coordinare le complesse operazioni di contrabbando con la Siria e il soccorso dei feriti e dei giornalisti. Avaaz non dirige queste operazioni, ma le facilita, sostiene e consiglia. Abbiamo inoltre costruito delle case rifugio per attivisti e supportato l’impegno e i negoziati del Consiglio nazionale siriano, l’ente politico rappresentativo dell’opposizione siriana. La maggior parte dei media di tutto il mondo hanno raccontato il lavoro di Avaaz in aiuto della popolazione siriana, inclusi pezzi sulla BBC, CNN, El Pais, TIME, The Guardian, Der Spiegel, AFP e molti altri, citando il nostro “ruolo centrale” nel movimento pacifico di protesta siriano.
Oggi una decina di incubi come quello di Homs percorrono la Siria. La situazione peggiorerà prima di migliorare. Sarà sanguinario e complicato, e mentre alcuni manifestanti imbracciano le armi per difendersi, la linea di demarcazione fra quello che è giusto e quello che è sbagliato si sbiadirà. Ma il brutale regime del Presidente Assad cadrà, e seguiranno pace, elezioni e cittadinanza. Il popolo siriano non si fermerà finché questo non accadrà, e potrebbe succedere prima di quanto pensiamo.
Inizialmente ogni esperto che consultavamo ci diceva che una sollevazione in Siria era impensabile, ma abbiamo comunque mandato una marea di equipaggiamenti per la comunicazione. Perché la nostra comunità sa qualcosa che gli esperti e i cinici non sanno: che il potere dal basso e un nuovo spirito di cittadinanza stanno soffiando su tutto il mondo, senza alcuna paura e senza possibilità di fermarli, e porteranno speranza anche nei posti più bui. Marie Colvin, una giornalista americana che seguiva le violenze a Homs, prima di morire ha detto ad Avaaz: “Non lascerò queste persone”. E neanche noi.
Con speranza e ammirazione per il popolo siriano e per i cittadini coraggiosi ovunque essi si trovino,
Ricken, Wissam, Stephanie, Alice, David, Antonia, Will, Sam, Emma, Wen-Hua, Veronique e tutto il team di Avaaz
P.S. Se vuoi fare di più, clicca qui per aiutare a mantenere aperto il nostro filo diretto di speranza per la Siria:
https://secure.avaaz.org/it/smuggle_hope_into_syria_rb_it_new/?vl“