Il sesto giorno è stato così denso di incontri e di emozioni che abbiamo dovuto dividerlo in due parti, perché una sola #Top3 non bastava. Perciò, oggi leggerete solamente la prima delle tre, mentre per la seconda e la terza dovrete attendere domani.
Ci siamo svegliati sentendo che ci attendeva qualcosa di grande. Recarci nella parrocchia Mar Youssef, l’attuale comunità di quel “giovane prete” che 9 anni fa ci scrisse dalla sua terra di missione – Betlemme – per “fare un concerto per la pace” in Palestina, ha un significato commovente: ci fa sfiorare la trama provvidenziale della vita.
Abuna Mario: la bellezza del bene e della verità
Don Mario Cornioli, Abuna per tutti noi, ci accoglie come solo lui sa fare. Le sue parole durante l’omelia ci portano dentro il senso stesso della Fede in Cristo: siamo il risultato degli esempi che riceviamo.
Mario non ha bisogno di parlare troppo per convincerci della bellezza del bene e della Verità. Sono le sue opere qui tutt’attorno, le storie e i volti di chi incontreremo tra poco a narrare i frutti della vita di colui che sceglie di mettere con fiducia nelle mani di Dio i suoi cinque pani e due pesci.
Una delle più importanti ragioni di questo viaggio
Conclusa la celebrazione, le testimonianze delle ragazze cristiane irachene rifugiate in Giordania, impiegate nell’atelier di moda Rafedin voluto da don Mario, ci spaccano il cuore. Una delle ragioni per cui abbiamo deciso di organizzare questo Viaggio di Luce è proprio far ascoltare la voce di queste donne che avevamo conosciuto nel dicembre 2018.
Ragazze che hanno dovuto scegliere se accettare di convertirsi forzatamente all’islam, farsi uccidere o scappare e rifugiarsi in una terra lontana e straniera, lasciando tutto pur di non rinnegare la loro fede e la loro identità.
È diverso leggere queste storie o ascoltarle di persona, vedendo gli occhi di chi le ha vissute, assaporando la forza che hanno avuto nel rimettersi in gioco, mantenendo il sorriso e la gioia di vivere, come loro stesse ci hanno sottolineato. Lezioni profonde che lasciano un segno in chi, come noi tutti, si ritrova dentro un sistema che sposta l’attenzione su ciò che ci manca, piuttosto che sulle benedizioni di cui godiamo talvolta inconsapevolmente.
L’atelier Rafedin, spazio di rinascita e di talenti
Dopo aver ascoltato i loro racconti, ci spostiamo nell’atelier: la qualità del lavoro di queste ragazze ci lascia stupefatti! L’abbigliamento Rafedin e i suoi accessori sono espressione di alta professionalità, studio, talento.
Tutto testimonia la cura e l’amore di chi ha voluto insegnare e progettare una nuova opportunità per queste donne, che hanno saputo a loro volta mettere a frutto tanti talenti. Risultato? I viaggiatori hanno svaligiato lo showroom. 🙂
La miglior cucina italiana fuori dall’Italia
Dopo lo shopping, si passa al famoso ristorante pizzeria Mar Youssef, che sta facendo parlare di sé in tutta Amman per la qualità e bontà dei suoi prodotti. Anche qui, stessa “ricetta” dell’atelier di moda: don Mario ha messo anima e corpo per offrire un futuro a tanti iracheni cristiani scappati dalle persecuzioni.
Nessuna forma di assistenzialismo: attraverso chef italiani, si insegna a questi giovani con amore e dedizione un lavoro nella ristorazione. Con il risultato che non abbiamo mai mangiato così bene cucina italiana fuori dall’Italia. Anzi, a dirla tutta, spesso in Italia la pizza, il gelato, la pasta e il pecorino non arrivano a questi livelli (!!!).
Non scherziamo: il miglior pecorino mangiato in vita nostra è qui, prodotto da questi ragazzi iracheni in una terra giordana grazie alla dedizione di alcuni pastori e professionisti sardi venuti qui su invito di Mario. Questi sono miracoli veri!
A lunedì con la seconda parte del sesto giorno!
Francesco
Ricordo che sono ancora aperte le iscrizioni a “Un invito poi un viaggio 2020“, che si terrà dal 25 aprile al 3 maggio 2020, il pellegrinaggio in Terra Santa al quale già oltre 600 di voi hanno partecipato nelle scorse edizioni. ►Leggi l’annuncio.
Ascoltate il vostro cuore e, se siete chiamati, partite con noi!