Tre anni fa stavo vivendo un momento molto difficile.
Certi periodi arrivano come tempeste e chiedono uno sforzo al quale non si è pronti.
Ma è stato tra quelle lacrime che è nata la canzone che ancora oggi amo di più: L’Alchimista.
Ora ripensare al 19 luglio 2017, a quel momento in cui stavo salendo solitario al santuario di San Salvador, mi fa fare un viaggio in una sorta di altra vita.
In fondo, tre anni cosa sono? Eppure…
Quando siamo stanchi, oppressi, anche dal peso dei nostri errori o da circostanze troppo complesse, ricordiamo che è un tempo della vita, non la vita tutta. Perché la nostra vita è eterna, così come l’essenza di cui siamo costituiti.
Dai momenti duri avremo l’opportunità di trarre qualcosa di buono, se lo chiediamo, se lo vogliamo.
Quel 19 luglio ero davvero sotto terra, tuttavia proprio da quel punto ho scritto una canzone che tuttora è per me preghiera del cuore, di lode, di richiesta – a tratti disperata, ma pregna di energia e di vita.
Da quel dolore profondo, da quella preghiera, è nato poi il percorso del libro “I segreti della Luce” – con tutto il bene che ha portato, lo spettacolo “Ogni benedetto giorno”, l’intensità indimenticabile di “Un invito poi un viaggio 2018”, la condivisione dell’evoluzione in atto de l’Officina del Sole, la successiva idea de “I viaggi di Luce” in Giordania. E, in tutto questo, l’amore.
L’amore.
Non perdiamoci d’animo, fidiamoci! Facciamo la nostra parte e affidiamoci all’unico Alchimista che può trasformare il nostro piombo in oro, a Lui che ci ha amati per primo. Sempre!