Visitare Gerusalemme con la mia band, pregare insieme dove Gesù vive, muore e rivive, è un fatto che lascia un segno indelebile nel mio animo. Finalmente ho fatto anche questo con i Sun (o
Sun eats hours per chi non ama gli aggiornamenti 😉 ). Mi rivolgo a Te, GRAZIE PER QUESTO DONO!
Mentre cammino per i vicoli della città dopo la visita al santo Sepolcro ripenso al dono dell’Amicizia, vera regina della mia esistenza. Con Ricky condivido le gioie e i dolori di ognigiorno da 14 anni (e siamo amici fin dalla più tenera età), con Lemma siamo a oltre 12 anni di comuni scorribande – di cui oltre nove anni insieme nella band – e last but not least con il dott. Boston siamo quasi giunti a 8 anni di fraternità. Non so dire se questa band durerà per sempre, quello che ho sentito e visto però mi basta per attestare che in questi bellissimi anni noi siamo stati Amici con la A maiuscola. Siamo stati una sorta di comunità veramente cristiana (talvolta anche di recupero eh eh!). Insieme abbiamo vissuto veramente di tutto. La pienezza della nostra esperienza si realizza in un cammino che ha contemplato e contempla sia il sacro che il profano. Questi sono i miei compagni di viaggio e un giorno sarà bellissimo poter ricordare e riflettere su quanto la vita ci abbia omaggiati di una presenza così vivace, luminosa e positiva in noi.
Sera del 26 Febbraio 2011. Al termine dell’intensa visita nei luoghi santi di Gersualemme ritenevo di non poter pretendere altro da questo 26 febbraio così stupendo e invece questa serata ha ancora molto da darci 😉
Salutiamo il gruppo di Don Nandino & Co. perchè da questo momento passiamo sotto la protezione (e giurisdizione) di Mr. Don Abuna Mario Cornioli. Protezione o meno, questo prete quarantenne di Sansepolcro sarà per noi guida, amico, fratello e maestro nei giorni a venire.
Come primo segno della sua pastorale, dopo una cena veloce in un convento, il Don ci abbandona a noi stessi nella parte nuova di Gerusalemme 🙂 Passiamo quindi dallacittà vecchia così piena di poesia, bellezza e immagini senza tempo a una città che è improvvisamente anonima nella sua modernità. Visto il noto senso dell’umorismo giudaico a Ricky viene voglia di testarlo su di sé tirando fuori dal cilindro una delle sue specialità: il sedere scoperto a passeggio. Grazie al Cielo mi rendo conto che, nonostante sia il primo fan delle gesta trash di Ricky, non siamo propriamente nella migliore piazza e così lo distolgo da tali intenti portando la nostra comune attenzione su un “Francesco Guccini” locale (non me ne voglia il grandissimo Francesco nostrano!). Questo simpatico signore se ne sta in piedi nella via principale, tiene in mano un microfonino della fisher price con annesso amplificatorino di marzapane ed emette dei suoni simili a un delicato sibilo … oddio che ridere!!! Il video a fine pagina vi aiuterà a capire. Dopo questo esilarante incontro la nostra serata procede alla ricerca di un locale dove poter testare qualche bevanda tipica locale. Ma, entrato nel primo bar, vengo preso da un sentimento patriottico e alla vista del Cynar… non resisto e ordino quello. Che disastro, sono a Gerusalemme in un bar trendy della città nuova e sorseggio fieramente il mio amaro alle foglie di carciofo!
Verso le 23.00 il nostro Don Mario ci riporta sulla retta via (o noi riportiamo lui su quella errata, chissà!) e così ci dirigiamo verso Betlemme. Qui l’atmosfera torna seria perchè quando siamo ormai alle porte della città natale di Gesù veniamo sopraffatti da una visione infernale: di fronte a noi c’è un muro simile a quello delle carceri di massima sicurezza che però sembra non avere un inizio e non avere una fine. E’ un colpo d’occhio doloroso come un pugno d’acciaio nello stomaco. A confronto il muro di Berlino, per quanto tragico, sembra un plastico.
Rimaniamo sopraffatti da questa immagine diabolica: ecco l’ennesima mostruosità degli uomini contro altri uomini. Ecco l’ennesima bastardata dei nostri mass media e dei nostri politici: di questo muro in Italia non ne hanno mai parlato e la massa, noi compresi, non ne sappiamo niente o quasi.
Da quando siamo arrivati abbiamo già attraversato alcuni “check point” (zone di controllo – punti strategici tra il confine Israeliano e Palestinese nei quali i militari israeliani controllano chi entra e chi esce, con potere di vita e di morte su chi deve passare).
Don Mario già prima ci aveva abituati a vivere questo “passaggio” in modo controcorrente, cioè arrivando davanti ai militari israeliani con il sorriso e con l’obiettivo di creare un contatto attraverso il dialogo. Va detto infatti che i ragazzi e le ragazze israeliani che si ritrovano a ricoprire questo tipo di incarico militare sono spesso giovani tra i 18 e i 21 anni in servizio di leva (servizio ambivalente per uomini e donne, per tre anni di durata) e perciò anche questa ricerca di dialogo fa certamente parte di una strategia di pace seguita da Don Mario e da chi Crede come lui. E’ così che da questa sera in poi ad ogni fermata al check point saremo testimoni di un Don che con grande passione per l’umanità si sforza di trovare punti di contatto proprio con coloro i quali terrorizzano e ghettizzano i loro prossimi (e lo fanno in modo subdolo e calcolato: una sorta di modernizzazione del comportamento nazista da loro subito sessant’anni fa).
Il muro è uno spettacolo orrendo, penso che “malefico” sia l’unico aggettivo vero per descriverlo. In questo progetto vedo il divisore, satana, applaudirsi per la maestria di questo scempio.
Ammetto di essere arrivato in Palestina da filo-israeliano, in particolare per l’informazione e l’educazione ricevuta in tutti gli ambiti sociali fin dalla giovinezza. Invece qui stiamo avendo una sensazione costante che si trasmuta in certezza: Israele chiama “azioni di sicurezza” quelle che sono in realtà dei soprusi contro un altro popolo e un’altra religione, ponendo sé – e la propria religione – al di sopra di tutte le altre, infischiandosene delle leggi internazionali e delle risoluzioni Onu.
Dopo un giro nella città – deserta – di Betlemme, affiancata e rinchiusa in molti punti da questo muro, il buon Abuna Mario ci porta a conoscere dei suoi collaboratori: Vincenzo & Carol, coppia straordinaria formata da un ragazzo siciliano e una ragazza palestinese cristiana sposatesi a Betlemme, e altri tre italiani obiettori di coscienza impegnati nella zona per portare il loro aiuto. Che grandi esempi!! Li omaggiamo con un paio di canzoni in cambio di un paio di birre (Taybeh beer, the best of Palestine 😉 ) eh …
Dopo questo piacevole momento Abuna Mario ci porta nella casa dove dovremo passare la notte. La dimora sembra essere degli anni sessanta, ogni dettaglio pare non aver subito contaminazioni con la modernità. E’ molto accogliente e pulita ma ha un piccolo difetto: è COSPARSA di naftalina. Ovunque c’è un odore micidiale che ci costringe nell’unica stanza con quantità meno mortali di queste palline infiammabili.
E’ notte fonda, abbiamo gli occhi pieni di luce, di gioia, di consapevolezza. Un giorno come questo vale più di un anno intero. C’è stato proprio tutto. Mi guardo intorno e abbiamo la parvenza di essere dei profughi accampati in casa altrui, eppure dentro al Cuore sono così felice e pieno d’amore che sarei pronto a lasciare il mondo stanotte.
ps: per gustarlo consiglio VIVAMENTE di guardare il video dopo aver letto il post 😉