“Tutti abbiamo una missione da compiere” – fratel Biagio Conte.
Nei giorni scorsi, grazie ad una segnalazione, sono venuto a conoscenza di una storia che mi ha profondamente toccato e interrogato. Non è mia abitudine parlare pubblicamente di qualcuno che non ho incontrato personalmente, ma in questa circostanza l’uomo in questione ha vinto ogni mia resistenza attraverso la sua voce e il suo sguardo – ancor prima che con le sue opere – fino ad entrarmi dentro per il profumo di verità e coerenza che emana.
Biagio Conte, 54 anni, palermitano, ha una vicenda umana che lascia a bocca aperta. Probabilmente alcuni di voi hanno già sentito parlare di quest’uomo, ribattezzato come il San Francesco dei nostri giorni.
A 27 anni, proprio mentre viveva una crisi spirituale profonda, scelse di lasciare la casa e l’impresa di famiglia per ritirarsi a vivere come un eremita nelle montagne dell’entroterra siciliano. Successivamente intraprese un viaggio a piedi fino ad Assisi e in quel periodo comprese con più chiarezza quale fosse la sua chiamata: divenire missionario. Tornato a Palermo, si rese conto che la missione più urgente non era in Africa, bensì nella sua città, tra i poveri e gli emarginati.
Comincia così un’avventura che ha dell’incredibile. Quest’uomo lascia tutte le sue comodità, lascia il benessere, lascia i suoi idoli e, come dice nel video, trova se stesso nel dono totale della propria vita.
Nella prima parte della sua esperienza missionaria vive nella stazione tra i senzatetto per dare loro aiuto, ascolto e conforto. Rendendosi conto delle condizioni drammatiche in cui versavano, comincia la prima protesta con un digiuno per ottenere dalle istituzioni delle aree da adibire all’accoglienza e dare un aiuto a molti per ricominciare una nuova vita. In un contesto sociopolitico molto complesso, riesce negli anni a stabilire un contatto sia con gli ultimi che con le istituzioni, interrogando queste ultime principalmente attraverso una sensibilizzazione non violenta, decisa e costante: gli scioperi della fame.
“Sbracciamoci e diamoci da fare, allora sì che la risposta arriverà, sì, questa società cambierà. Diamoci da fare!”. – Fratel Biagio Conte
Con la sua Missione di Speranza e Carità, nel tempo ottiene tre importanti aree dismesse (il vecchio disinfettatoio comunale, l’ex Istituto Santa Caterina e l’ex caserma aeronautica) per trasformarle in luoghi di accoglienza e formazione. Oggi sono oltre mille le persone stabilente presenti: senza tetto, giovani sbandati, prostitute, ex detenuti, anziani abbandonati, padri separati, malati e molti immigrati. L’obiettivo della missione è ridare importanza al lavoro: il motto è “Sbracciati e datti da fare”; rimboccati le maniche, insomma. Ci sono laboratori per falegnami, fabbri, elettricisti, restauratori, cuochi; si possono apprendere nuovi mestieri o migliorare la propria formazione.
Laddove la società ha emarginato queste donne e questi uomini, fratel Biagio e i tanti volontari al suo fianco, in un cammino comunitario e di fede s’impegnano a ridare fiducia e valore a queste persone. E la provocazione più recente, fatta anche di fronte al sindaco di Palermo, è una provocazione per ognuno di noi: “Adottiamo un povero! Ognuno adotti un povero! Se lo facessimo tutti, la povertà scomparirebbe”.
Quando la vita di un uomo ci interroga, quando ci chiede di fermarci a riflettere, ecco… quello è un momento davvero benedetto, perché può portare con sé il vento santo del cambiamento, della metamorfosi interiore, ed è lì che si prepara un mondo migliore. Fratel Biagio mi ha donato in quetsi giorni molti spunti, e spero possa fare lo stesso anche con voi.
Per approfondire la storia di fratel Biagio, un San Francesco dei nostri giorni, lascio qui alcuni video interessanti.
Segnalo anche un servizio delle Iene a questo link ►VIDEO LE IENE (servizio che però ha taciuto il fatto che Biagio è un laico consacrato e che tutto ciò che fa nasce dal suo amore per Cristo e per la Chiesa).
“Tutti abbiamo una missione da compiere” – fratel Biagio Conte.
La giornalista timidamente replica: “Come faccio a capire qual è la mia?”
Fratel Biagio risponde: “Ascolta il tuo cuore, ascolta il tuo cuore! Spesso ascoltiamo l’esterno … Invece tu… ascolta il tuo cuore e vedi che c’è la risposta, mi raccomando!”