Spesso mi domando quanti pezzi di vita reale stiamo perdendo a forza di esser spinti a stare in un sistema artificiale, o mondo virtuale. C’è perfino chi progetta per noi il futuro in un metaverso. Oh yess, il meta che?!
Quando ho cominciato a pubblicare dischi e fare tour, la musica era al centro. Il più delle volte chi veniva raggiunto da una mia canzone non aveva la più pallida idea di che faccia avessi, e a me andava benissimo. Meraviglia veramente, a pensarci oggi! Era normale attendere un concerto per dare un volto a una voce. E quanta libertà c’era in chi sentiva il desiderio di scrivermi lettere a mano poi spedite via posta per dirmi qualcosa di tanto personale, senza esser influenzato da una immagine.
Il cambiamento è bello, ma non sempre. In ogni caso sta a noi cercare di vivere in modi autentici spazi virtuali che spesso non lo sono per nulla. Nel mio piccolo, mi rallegra e conforta osservare che buona parte di chi segue le nostre pagine ha ancora molto chiara la distinzione tra reale e virtuale e sa che la vita non è dietro uno schermo, ma insieme, dal vivo. Cuore a cuore.