Ore 12 del 26 Febbraio 2011. Quando ripartiamo con il nostro bus dal campo dei beduini ho il Cuore straripante di commozione. Per una buona ora di viaggio continuo a commuovermi. Non voglio che il resto del gruppo mi veda in questo stato (neanche avessi appena finito un concerto sold out al Madison Square Garden!). Eppure…
Al mio fianco è seduto un signore sulla settantina di nome Antonio, una persona molto vivace, colta e ricca di entusiasmo. Generalmente durante i viaggi chiacchiero amabilmente con lui e sua moglie Carla, ma in questo frangente scelgo di indossare degli occhialoni scuri (cosa che generalmente non amo fare) perché al momento sono totalmente incapace di trattenere le lacrime. Attraverso gli occhi del mio Cuore rivedo costantemente quei bambini, risento la musica, rivivo il contrasto tra il nostro individualismo e la necessità di condivisione con i meno abbienti. Mi sento sconvolto, sono sconvolto e non ero pronto. Grazie a Dio non lo ero! L’aver suonato in quella situazione così inaspettata, aver scelto di ascoltare coerentemente tutti gli input che mi arrivano, anche quelli meno piacevoli, mi ha spiazzato e … piango. Cavoli, anche io sono un uomo e molti di noi maschietti si impiccherebbero piuttosto che farsi vedere con il viso a mo’ di cascata… ma in quello stato non si sceglie il comportamento più adatto: si piange e basta. E allora tengo indossati questi occhiali che non amo e che per giunta si appannano costantemente, quasi a beffarsi del mio imbarazzo per una reazione invece totalmente umana e sanamente cristiana.
Per strada ci fermiamo a fare una pausa veloce e incontriamo un sacco di simpatiche pecore … sono bellissime, mi fanno impazzire!!! fin da bambino mi esalto quando vedo un gregge e vi assicuro che vederlo qui in questa cornice è meraviglioso!
Arriviamo a Gerico e qui ci fermiamo a mangiare in un oratorio locale (chi ha mangiato?!). Ci sono dei ragazzini che giocano a calcio e per ritornare nel presente chiedo loro di fare due tiri assieme. In pochi secondi si aggiungono Lemma, don Gaetano e altri del gruppo per fare una partitina Italia VS Palestina. Al calcio d’inizio sto già ridendo perchè sia io che Lemma siamo due anti-calcio per eccellenza: negli ultimi 5 anni avremo dato si e no due calci a un pallone e in quelle occasioni succedeva perché la palla dei vicini entrava nel nostro giardino.
Scherzi a parte siamo entrambi dei convinti disertori di qualsiasi evento calcistico, soprattutto delle chiacchiere da bar: grazie a questa scelta le nostre vite risplendono di una libertà che pochi italiani riescono ancora a concepire 🙂 Fatto sta che, essendo in TerraSanta, la salvezza ci agguanta in ogni occasione e trasforma Lemma in un centravanti da fare gola a tutti i magnate del calcio mercato! Una tripletta targata Matteo Lemma Reghelin è un avvenimento di tale importanza che ora il nostro biondino sta meditando se tatuare queste sue gesta in un angolo del suo corpo ancora disponibile (la zona attualmente libera da tatuaggi è anche quella che meglio descriverebbe la causa di quei tre goal 🙂 )
Dopo questa allegra pausa e una passeggiata per le strade di Gerico torniamo in viaggio verso La Meta delle mete: GERUSALEMME.
Il pomeriggio trascorso nei luoghi Santi della città è STRAORDINARIO. Le mie descrizioni e le mie parole, per quanto io possa tentare di curarle, sarebbero solo uno sminuire lo Spirito che vive e agisce tra questi luoghi. Vorrei potervi prendere per mano uno a uno e portarvi lì, dando a ognuno l’opportunità di sperimentare la Sua presenza. Vorrei che tutti avessero la fortuna che abbiamo noi, non si tratta solo dell’esser qui fisicamente, ma soprattutto di essere qui con il Cuore aperto e l’Anima in ascolto, accompagnati in questo modo. Ma Dio vede e provvede e sono certo che tutti quelli che devono passare da qui ci sono passati, ci passano e ci passeranno.
Lascio perciò che sia il video e soprattutto la voce di Don Abuna Mario Cornioli a parlarci del luogo più importante del mondo.