Tornare in Palestina. L’estate appena conclusa ci ha regalato emozioni e soddisfazioni speciali, lasciatemi dire che è stata STRAORDINARIA, voi siete stati straordinari. Ogni evento è stato veramente un Evento, da quando è stato pubblicato Luce c’è una energia pazzesca nelle nostre vite e questo movimento si espande sempre di più. Ora abbiamo giusto il tempo di riorganizzare le idee, fare un ultimo concerto qui in Italia e… poi si parte alla volta di Tel Aviv. Quando il nostro ormai fratello “abuna” Mario Cornioli ci ha proposto alcuni mesi fa di volare nuovamente nella terra del cuore ammetto che abbiamo fatto i salti di gioia. Sono passati meno di due anni dalla nostra “prima volta”. Dopo quel viaggio la nostra vita si è evoluta in modo imprevedibile e così anche la nostra professione di musicisti ha assunto sfaccettature inusuali, innovative, a volte addirittura sorprendenti.
Tornare in Terra Santa per due settimane di tour…è… come posso dire… beh, non si può esprimere tutto con le parole. Abbiamo provato sulla nostra pelle che lì non ci sono vie di fuga: l’Anima si trova di fronte all’evidenza della necessità di scegliere la via dell’amore, della fraternità e della gioia, la medesima annunciata dal Vangelo. Ma non è facile mettersi gioco, porsi in ascolto, accettare di fidarsi. Poi però accade qualcosa: un incontro, una testimonianza, una sofferenza, una gesto luminoso, in quell’attimo ci si rende conto che l’energia Cristica pervade l’aria, gli incontri, le vie. Come quando entri in casa di una persona e ne percepisci la vibrazione, così si percepisce chiaramente che quella terra è veramente casa Sua.
Tornare è quindi anche un grande dono perchè significa poter avere l’occasione di fare il punto della situazione, consapevoli del fatto che i passi da fare per raggiungere la vera casa del Cuore sono ancora molti.
Torniamo nell’ombelico del mondo per partecipare come ospiti a un grande festival che unisce cristiani, musulmani ed ebrei: l’Octoberfest di Taybeh, la biblica EFRAIM, dove Gesù si ritirò con i discepoli prima di andare a Gerusalemme per il sacrificio della croce e la Risurrezione. Ci esibiremo anche a Betlemme, a Nablus, a Nazareth. Questa chiamata è per noi un onore e ci investe di una nuova responsabilità, soprattutto laddove la musica può portare risvegli e unioni che la politica, la comunicazione, la religione e l’educazione faticano a creare.
Torniamo in Palestina per suonare, sì, ma non solo su dei palchi. Incontreremo le comunità del posto, vivremo al loro fianco, suoneremo nei campi nomadi, negli ospedali, nei campi degli sfollati. Pregheremo con i fratelli della minoranza araba cristiana e pregheremo per i fratelli della comunità musulmana ed ebrea e … un pensiero, una preghiera e un ringraziamento speciale sarà per voi tutti Spiriti del Sole.
E allora sarà Gioia indelebile per sempre incisa nella storia delle nostre anime.
Un abbraccio,
Francesco