5 marzo 2021
Oggi vivo una emozione particolare: PapaFrancesco sta viaggiando verso l’Iraq. Una scelta forte, il primo viaggio pastorale dopo molto tempo.
Forse più di altri, so bene quanto questo viaggio abbia un grande valore, perché quel popolo attende da molti anni un segno potente di vicinanza da parte della Chiesa.
Il Papa è diretto verso una terra e un popolo la cui storia mi ha profondamente interrogato, spingendo noi The Sun a compiere azioni musicali, di solidarietà e comunicazione concrete e tangibili per quei cristiani massacrati dal fondamentalismo dell’Isis, troppo a lungo lasciati soli nell’indifferenza generale.
Ho sofferto ascoltando di persona le testimonianze di fratelli iracheni scappati in Palestina e Giordania. Ho pianto raccogliendo l’amarezza del loro essersi sentiti abbandonati a loro stessi, al tragico destino di minoranza cristiana, lasciati morire e soccombere in quella terra che fu una culla del cristianesimo. Ho compreso meglio cosa sia la Fede attraverso la loro testimonianza, i loro cuori, e sarò loro grato a vita.
Nel 2014 la storia dei The Sun incrociò quella di un fratello iracheno musulmano che diede la vita per difendere la minoranza cristiana che stava andando incontro ad un genocidio per mano dell’Isis. Nel marzo 2015 la scelta di pubblicare “Le case di Mosul” come primo singolo del disco Cuore Aperto, fu un urlo disperato in mezzo a un silenzio assordante, anche di parte della Chiesa (►QUI trovate un mio intenso post che racconta tutto ciò).
Oggi, con profonda emozione, ho ascoltato le parole di Papa Francesco: “Vengo come pellegrino penitente… Cari fratelli e sorelle cristiani, che avete testimoniato la Fede in Gesù in mezzo a prove durissime, attendo con trepidazione di vedervi… Sono onorato di incontrare una Chiesa martire… Grazie per la vostra testimonianza… Ho tanto pensato a voi in questi anni, a voi che avete molto sofferto, ma che non vi siete abbattuti… Vengo come pellegrino di speranza… Lasciamoci contagiare da questa speranza che incoraggia a ricostruire e ricominciare”.
In un mondo che legittima e incoraggia sempre più il distanziamento dei cuori, credo invece ci sia urgente bisogno di gesti concreti di vicinanza, di incontro.
Questo viaggio del Papa sia un segno di comunione, e possa ricucire lo strappo, affinché chi si è sentito abbandonato possa perdonarci e insegnarci una volta ancora la Fede.