Citazione spirituale. Ognuno confronti quanto ha pregato nel momento della prova a quanto ha ringraziato quando le sue preghiere sono state esaudite. (John Henry Newman)
Letture del giorno: Seconda lettera ai Corinzi 4,7-15; Salmo 125; Vangelo di Matteo 20,20-28
“Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedeo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Meditazione. È davvero curioso quanto ci assomiglino gli apostoli, specialmente nelle nostre debolezze… anzi, consolatorio e stimolante! Giacomo, fratello dell’evangelista Giovanni è una figura di spicco, al punto che Gesù lo vuole con sé in molti momenti importanti, come la Trasfigurazione e la veglia nell’Orto degli Ulivi. E come non ricordare che fu il primo tra i dodici ad essere ucciso? Insomma, un titano della fede. Però, leggendo il Vangelo, restiamo un po’ perplessi… Infatti, Giacomo sembra essere affetto dall’italico vizio dell’aiutino, quando chiede a Gesù una sorta di raccomandazione in vista della futura governance del Regno. Di certo non ci scandalizziamo, perché miseria e nobiltà convivono da secoli anche nell’animo di grandi uomini. Ma vogliamo imparare la lezione. Noi che spesso vogliamo una chiesa fatta di santi e perfetti (e i primi a non esserlo siamo proprio noi…) e che ci indigniamo offesi dalle fragilità dei credenti (guarda caso, sempre quelle altrui…), dovremmo ricordarci che Dio non ha avuto alcun timore di scegliere tra i suoi stretti collaboratori dei peccatori, a tratti persino dei “carrieristi”, che però alla fine del suo percorso terreno Egli invia nel mondo ad annunciare La Buona Novella della misericordia.
Un ringraziamento speciale ad Andrea Navarin del Messaggero di Sant’Antonio: il merito di queste riflessioni è principalmente suo 🙂